Andrea De Bellis torna con un locale tutto suo a Roma: il format è di pasticceria vegan che si affianca ai caffè specialty de La Tosteria

«Li vedi questi dolci in vetrina, come ti sembrano?». Parte con questa domanda sibillina Andrea De Bellis, per descrivere la proposta di Libera, nuova pasticceria-caffetteria aperta a Roma. Moderna ma non troppo, a vederla. «Gli abbinamenti sono quelli ormai consolidati nel mondo della pasticceria, ma quello che distingue questi dolci è che sono tutti vegani», chiarisce De Bellis. E in effetti fanno capolino le tartellette alla frutta, i dolci al cioccolato, la Sacher a forma di tramezzino, perfino il maritozzo, e tutto si direbbe fuorché che siano privi di uova, latte, panna e burro. «Abbiamo voluto rispondere non solo a una nicchia di mercato come quella dei vegani - aggiunge De Bellis - ma anche a chi ha problemi di intolleranze, al lattosio o alle uova, che qui troverà dei prodotti sicuri e liberi, non a caso il nome che abbiamo scelto è Libera».

Andrea De Bellis davanti al banco pasticceria di Libera

Il tutto in un’ambientazione da salotto della nonna reso moderno e accogliente, nonché accattivante, da colori accesi ma non troppo. «Prima abbiamo trovato il salotto al mercatino del riuso e poi ci abbiamo costruito il design del locale sopra», racconta Andrea De Bellis, che in questa avventura è affiancato da Ani Misha, Barbara Meloni e Marco Michelini per il reparto caffetteria.

Ed è proprio questa la vera novità per il quartiere in cui Libera ha scelto di aprire i battenti: siamo a Furio Camillo, poco distante da San Giovanni. Da queste parti di specialty coffee e caffetterie contemporanee ancora non si sentiva granché parlare. Il salotto di Libera si apre quindi non solo per una sosta golosa, ma anche per una rilassante tazza di caffè filtro (French Press o V60) o un cold brew, che sarà sicuramente molto richiesto data la stagione.

Ma il grande lavoro è stato compiuto sull’espresso, con una selezione importante di chicchi alle spalle, in collaborazione con La Tosteria. Si parte dall’espresso base, un blend 75% arabica (il costo della tazzina in questo caso è di 1,10 euro, in linea con i bar romani) fino ad arrivare ai monorigine: Colombia, Kenya, Etiopia, Santo Domingo e le specialità che arrivano dal progetto Woman in coffee, che nel caso di Libera si propone con un caffè dal Guatemala. Tutti i caffè in linea sono descritti dalle belle bottiglie che fanno apprezzare già al primo sguardo le differenze fra un caffè e l’altro, poi arriva il consiglio dell’esperto, che guida nella scelta e un bigliettino da visita che chiamano “la carta d’identità”, per ricordarsi ciò che si è bevuto.

I soci di Libera

La macchina del caffè scelta per Libera, la RS1 di Rancilio Group, promette di fare la differenza. «È una macchina - spiega Andrea Guerra de La Tosteria - che permette di fare profilazioni per ciascun tipo di caffè, con una tecnologia funzionale e uno schermo touch, al servizio del barista. Ogni tipologia di caffè inserita prevede un settaggio che nei 25 secondi va a cambiare la temperatura dall’inizio alla fine dell’estrazione. Si parte per esempio da 92 gradi e si arriva a 93,5. Sembra una sciocchezza quel grado e mezzo di differenza, ma al palato il risultato cambia totalmente».

Si apre alle 9,30 e si chiude alle 19,30, ma come dicono i soci è tutto da vedere, in base alla risposta che darà il quartiere. Per ora già c’è grande curiosità: nonostante non sia una via di passaggio sono innumerevoli i clienti che entrano per un primo assaggio.

 

Alessandra Tibollo

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